

I pneumatici, alla fine della loro vita, purtroppo vengono spesso abbandonati nei prati, nei fiumi e nei laghi, depositati in discariche a cielo aperto ovvero lasciati lungo strade ed autostrade. In queste condizioni possono costituire un pericolo per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Il corretto smaltimanto delle gomme è un processo complesso da gestire per via delle sue molteplici componenti e sostanze non facilmente recuperabili.
Un importante aiuto in questo senso potrebbe arrivare oggi dalla chimica. In occasione dell’annuale convegno-esposizione di ACS (American Chemical Society), è stato presentato un nuovo modo per produrre una gomma sintetica (il principale componente del pneumatico) completamente degradabile. L’idea di base – ideata dal gruppo di ricerca guidato da Hassan S. Bazzi del Texas A&M University campus in Qatar (TAMU-Qatar) e sviluppata insieme ad alcuni ricercatori del California Institute of Technology – è utilizzare ciclopentene, un sottoprodotto della raffinazione petrolchimica, per ricavare polipentenamero, una sostanza molto simile alla gomma naturale. I primi risultati della sperimentazione indicano che dalla gomma sintetica così realizzata è possibile estrarre le componenti chimiche fondamentali da riutilizzare per la produzione di una nuova gomma. Il processo, inoltre, può essere sviluppato a temperature basse, quindi con un consumo piuttosto contenuto di energia.
Sicuramente rivoluzionario nel suo genere, questo progetto è però solo il più recente tentativo fatto dalla scienza chimica di rendere il pneumatico più “verde”. Sono tanti i costruttori che, a colpi di provette, si stanno infatti da tempo muovendo in questa direzione e come sempre Vallasciani Gomme è attento a segnalarvi queste importanti novità!
Da diversi anni Goodyear lavora, in collaborazione con l’italiana Novamont, allo sviluppo di gomme in cui l’inquinante nerofumo sia sostituito in tutto o in parte da un più innocuo additivo derivato dall’amido di mais. Più di recente il costruttore statunitense ha iniziato ad approvvigionarsi di silice derivata da lolla di riso. Vai all’articolo
Nell’ambito del progetto “BioButterfly”, portato avanti insieme a due enti di ricerca, Axen e Ipfen, il costruttore francese Michelin – che nei primi Anni ’90 è stato tra i primi ad integrare la silice nel battistrada –punta invece a sostituire il polimero butadiene con sfalci e paglie di cereali e barbabietole.
Bridgestone, da un lato, guarda all’arbusto Guayule come possibile sostituto del tradizionale caucciù per l’estrazione della gomma naturale, dall’altro porta avanti studi per identificare materiali alternativi alla gomma sintetica ed al nerofumo. Vai all’articolo
Yokohama ha sviluppato una mescola arricchita con olio ricavato dagli agrumi.
Per i suoi pneumatici ecologici, invece, Continental utilizza un fiore, il taraxacum, meglio noto come Dente di Leone. Vai all’articolo